22 ottobre 2014
da: http://organoacanne.altervista.org/pagine/vecchi/orvieto.htm
di Graziano Fronzuto
Torniamo al 1588, anno in cui fu terminato l’organo. Ippolito Scalza disegnò la cantoria e la cassa dell’organo, decidendo di collocarlo sulla parete fondale del transetto sinistro, sopra la Cappella del Sacro Corporale.
[Ved. Foto 6]
La collocazione sacrificava un finestrone, è vero, ma sembra che alcune crepe lungo la parete esterna avessero obbligato l’architetto a murarlo. Perciò tanto valeva fare di necessità virtù: visto che si doveva per forza chiudere il finestrone, conveniva valorizzare la parete interna con qualcosa di estremamente importante.
Ippolito Scalza conosceva bene gli organi toscani ed in particolare quelli disegnati da Giorgio Vasari [suo presunto o presumibile maestro]: Santa Croce a Firenze, Badia Fiorentina, Santo Stefano de’ Cavalieri a Pisa ecc., ma conosceva evidentemente anche i trattati degli architetti veneti Andrea Palladio e soprattutto Sebastiano Serlio. Così reinterpretò in modo assolutamente rivoluzionario la cassa vasariana [rettangolare alla toscana] fondendola –per la prima volta, a quanto se ne sa– con la cassa serliana [arco al centro tra due architravi]. Le imponenti dimensioni, tali cioè da consentire la collocazione di un organo di 24’, fecero il resto! Questo strumento influenzò la costruzione di molti altri tra cui quello di S. Giovanni in Laterano a Roma (1598, organo di Luca Biagi in cassa disegnata da Giovan Battista Montano) e quello di S. Domenico a Perugia (1625 ca., organo di Luca Neri in cassa disegnata da Carlo Maderno), che comunque non sembrano tanto moderni e rivoluzionari quanto questo.
Per la costruzione della parte fonica fu chiamato l’organaro toscano Domenico Palmieri da Colle Val d’Elsa, che però morì nel 1587, perciò l’organo fu terminato da Vincenzo Fulgenzi detto “il Fiammingo” (poiché era d’origine olandese), il quale introdusse alcuni registri particolarmente rivoluzionari (a quanto pare ad ancia ed anche ondulanti, all’epoca inesistenti in Italia centrale, come “Vox Tauri” e “Vox Pueri”, come riporta lo studioso inglese Julian Rhodes, scomparso prematuramente pochi anni fa).
Non si conosce con certezza la disposizione fonica di quest’organo, ma –a parte i registri del Fulgenzi– doveva essere costituita da un ripieno con base 24’ con flauti e i registri “rivoluzionari” del Fulgenzi. In pratica, per avere un’idea, si può fare riferimento alla disposizione fonica della tastiera principale dell’organo di Luca Biagi in S. Giovanni in Laterano, tuttora esistente.
Su quest’organo intervennero vari organari:
– 1625 Giulio Cesare Burzio
membro della nobile famiglia parmense chiamata anche Burcio o de Burtii (con tale cognome lo ricorda Giuseppe Serassi nelle sue Lettere sugli Organi del 1816), realizzò alcuni organi di particolare importanza, ma a Parma pare che ne fece solo uno: l’organo a due tastiere per la chiesa del S. Sepolcro. Nel 1612 si trovava a Roma, dove restaurò e ampliò un organo proveniente dal santuario di S. Maria della Quercia di Viterbo e destinato alla chiesa di S. Giovanni Battista a Bagnara. Nel 1625 restaurò l'organo del duomo di Orvieto; nel 1632 stipulò un contratto con Domenico Falisco , governatore della confraternita del SS Sacramento della chiesa di S. Vittore a Vallerano, presso Viterbo, per collocarvi, dopo radicale rifacimento, un sontuoso organo proveniente dal monastero della Duchessa di Viterbo. Da un rogito sappiamo poi che nel 1635 doveva costruire un organo per il santuario della Vergine del Ruscello a Vallerano, strumento che fu consegnato soltanto nel 1644, in quanto il Burzio aveva avuto altri impegni a Roma: fu rifatto nel 1861, e di originale è restata solo la cassa. Tra il 1638 e il 1641 aveva realizzato un organo eccezionale: quello a due tastiere in cornu epistolae della chiesa di S. Lorenzo in Damaso a Roma.
– 1674 Wilhelm Hermans e Tommaso Roccatagliata
l’organaro olandese che, com’è noto, era un Gesuita, aveva avuto modo di conoscere il giovane Roccatagliata (Santa Margherita Ligure, 1647–1735) a Genova, dove era stato suo dipendente nella costruzione dei grandi organi della Basilica di Santa Maria di Carignano e della chiesa del Gesù. I due organari riparano l’organo maggiore e realizzano un altro organo, probabilmente un positivo, sopravvissuto fino alla fine del XIX sec.
Inoltre, essi realizzano un altro organo per la chiesa dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo (officiata dai pp. Gesuiti a partire dal 1622, poi assegnata al Seminario Vescovile) che è esistito fino agli anni ’80 [del XX sec.], quando fu smontato e collocato in un vano protetto, grazie all’interessamento del m.o Van De Pol, per tutelarlo dall’acqua piovana (purtroppo, quando hanno avuto inizio i lavori di restauro della chiesa, i resti dell’organo sono spariti molto probabilmente sommersi da calcinacci e con essi gettati via).
– 1718 Cristoforo Fontana
Tra le opere principali del Fontana ricordiamo l’organo di S. Nicolò a Collescipoli, chiesa a poche centinaia di metri da quell’altra più famosa dov’è conservato lo strumento di Hermans.
– XVIII sec. e prima metà del XIX sec.
La manutenzione fu tenuta da organari Umbri (soprattutto i Morettini di Perugia ed i Fedeli di Foligno).
– 1857 Odoardo Landucci
Organaro nativo di Viareggio, si distinse per l’audacia delle innovazioni e per l’attenzione alle conquiste tecniche d'oltralpe, applicate in due grossi organi a due manuali (uno nel Duomo di Pietrasanta, tuttora esistente e di particolare bellezza; un altro nella chiesa di S. Giovanni a Pisa). Chiamato a riparare il Grande Organo del Duomo di Orvieto (1857), vi applicò –primo caso in Italia– la trasmissione con leva Barker. Per l’occasione, fu anche scritto un volumetto (oggi introvabile) che descrive lo strumento a seguito dei lavori [Piccolomini, T. L’organo grande del Duomo di Orvieto Orvieto, 1857].
– 1911 Carlo Vegezzi–Bossi
Per trasformare l’organo in senso moderno, si decise di intervenire rinnovando i somieri e le trasmissioni, ma conservando il nucleo antico delle canne dei secoli precedenti. Si ebbe la lungimiranza di convocare il miglior organaro dell’epoca che riuscì nell’intento. L’estensione fu completata verso il basso (dal Fa al Do), anche nei registri più gravi, che furono rispettati: il Principale 24’ della Mostra fu completato sia cromaticamente (con due canne di legno) sia verso il basso (con l’aggiunta di 5 canne di legno, fino al 32’), mentre l’Ottava 12’ fu traslata di un tono e andò a costituire la Quinta 10’2/3’ reale del pedale (queste antiche canne, pesanti e di forte spessore, sono pressocché integralmente in piombo). Fu aggiunto un corpo d’organo espressivo, collocato nella parte più alta della cassa. L’estensione divenne di 58 note per ciascuna tastiera e di 30 note per la pedaliera. Per contenere i registri del nuovo strumento, fu necessario aumentare lo spessore della cassa, traslando la mostra verso l’esterno fino all’attuale distanza di essa dal muro fondale (cosa che produce un effetto ottico di esuberanza della Cassa stessa rispetto alla cantoria e quindi al transetto della Chiesa). Ecco la disposizione fonica:
I Manuale – Grand’Organo |
II Manuale – Espressivo |
– Principale 16’ – Principale Diapason 8’ – Principale II 8’ – Ottava I forte 4’ – Ottava II media 4’ – Decimaquinta 2’ – Ripieno 10 file 5’1/3’ – Ripieno 8 file 2' – Bordone 8’ – Flauto Trasversiere 8’ – Flauto Armonico 4’ – Cornetto 5 file 2'2/3 – Dulciana 8’ – Unda Maris 8’ – Gamba 8’ – Tromba 16’ – Tuba Mirabilis 8’ – Tromba Reale 8’ – Clarinetto 8’ – Trombina 4’ |
– Principale 8’ – Ottava 4’ – Ripieno 5 file – Bordone 16’ – Bordone 8’ – Flauto di Concerto 8’ – Quintante 8’ – Flauto Ottaviante 4’ – Flautino Ottaviante 2’ – Salicionale 8’ – Viola da Gamba 8’ – Viola Celeste 8’ – Concerto Viole 4 file 8’ – Oboe 8’ – Violoncello 8’ – Tromba Armonica 4’ – Voce corale 8’ – Tremolo
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Pedale |
Accessori |
– Principale 32’ – Contrabasso 16’ – Quinta 10’2/3’ – Ottava 8’ – Prestante 4’ – Subbasso 16’ – Flauto 8’ – Violone 16’ – Violoncello 8’ – Bombarda 16’ |
Unioni di tasto e di ottava [tutte le unioni e le superottave] Combinazione Libera Combinazioni Fisse Pedaletti di Richiamo Unioni Staffa Crescendo generale Staffa Espressione II Man. |
– 1974: il Grande Organo attuale
Accedendo nel Coro della Cattedrale, sotto gli splendidi affreschi rinascimentali e davanti ai seggi corali cinquecenteschi, si nota la monumentale consolle dell’organo, realizzata nel 1974. Aprendo la ribaltina, appare un grandioso organo moderno a tre tastiere, dotato di tutti i ritrovati tecnici di quegli anni e soprattutto un enorme numero di registri. Cioè quanto si trova in moltissime altre Cattedrali, non solo d’Italia ma un po’ dovunque.
Sulla consolle, il nome dell’organaro cui si deve tale sistemazione dell’organo: Guido Pinchi, e l’anno: 1974
II Manuale – Grand’Organo |
I Manuale – Positivo [aperto] |
1 Principale 16’ 2 Principale Diapason 8’ 3 Principale II 8’ 4 Ottava I 4’ 5 Ottava II 4’ 6 XV 2’ 7 Ripieno grave 8 file 5'1/3 8 Cornetta 5 file 2'2/3 9 Ripieno 7 acuto file 2' 10 Flauto Traverso 8’ 11 Bordone 8’ 12 Flauto Armonico 4’ 13 Viola 8’ 14 Dulciana 8’ 15 Unda Maris 8’ 16 Tromba 16’ 17 Tromba 8’ 18 Tuba Mirabilis 8’ 19 Clarinetto 8’ 20 Trombina 4’ |
21 Principale 8’ 22 Ottava 4’ 23 XV 2’ 24 XIX – XXII 1'1/3 - 1' 25 Ripieno 4 file 1/2' 26 Sesquialtera 2 file 2'2/3 - 1'3/5 27 Flauto 8’ 28 Corno di Notte 8’ 29 Flauto a Camino 4’ 30 Flauto in XII 2’2/3’ 31 Silvestre 2’ 32 Terza [Flauto in XVII] 1’3/5’ 33 Flauto in XIX 1’1/3’ 34 Piccolo 1’ 35 Cromorno 8’ 36 Tromba Armonica 8’ 37 Tromba 4’ 38 Tremolo
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Unioni ed Accoppiamenti |
Annulli |
39 Unione I – Ped 40 Unione II – Ped 41 Unione III – Ped 42 Acuta I – Ped 43 Acuta II – Ped 44 Acuta III – Ped 45 Unione I – II 46 Unione III – II 47 Unione III – I 48 Grave I 49 Grave II 50 Acuta II 51 Grave III 52 Acuta III 53 Grave III – I 54 Acuta III – I 55 Grave III – II 56 Acuta III – II |
A Ance I A Ance II A Ance III A Ance P A Ance Generali A Mutazioni A Unioni Tastiere A Unioni Tasto-Ped. A Ripieno I A Ripieno II A Ripieno III A Ripieno P A Tutti i Ripieni A Ottave Acute A Ottave Gravi A 16’ Manuali
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III Manuale – Espressivo |
Pedale |
57 Principale 8’ 58 Ottava 4’ 59 Ripieno grave 2 file 2’ 60 Ripieno acuto 3 file 1' 61 Bordone 16’ 62 Flauto Forte 8’ 63 Bordone 8’ 64 Quintante 8’ 65 Flauto Ottaviante 4’ 66 Nazardo 2’2/3’ 67 Flautino 2’ 68 Viola da Gamba 8’ 69 Salicionale 8’ 70 Viola Celeste 8’ 71 Concerto Viole 4 file 8’ 72 Violoncello 8’ 73 Oboe 8’ 74 Tromba Armonica 4’ 75 Voce Corale 8’ 76 Tremolo |
77 Principale 32’ [Mostra da Fa 24’] 78 Contrabbasso 16’ 79 Basso 8’ 80 Prestante 4’ 81 XV 2’ 82 Ripieno 7 file 2' 83 Subbasso 16’ 84 Quinta 10’2/3’ 85 Bordone 8’ 86 Flauto 4’ 87 Flautino 2’ 88 Violone 16’ 89 Violoncello 8’ 90 Bombarda 16’ 91 Tromba 8’ 92 Chiarina 4’
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6 Combinazioni Aggiustabili Collettive a pedaletti
6 Combinazioni Aggiustabili Generali a Pistoncino e Pedaletti
6 Combinazioni Aggiustabili Particolari a Pistoncino per ogni Tastiera e Pedaliera
Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8’
Staffa Crescendo Generale
Staffa Espressione al III Manuale
Pedaletti Ripieno I, II, III; Ancia, Tutti
Tastiere di 61 note (Do - Do); Pedaliera di 32 note (Do - Sol).
in corpo unico sulla Cantoria del Transetto sinistro.
Elettrica anni ‘ 70 Pinchi. Consolle "mobile" indipendente, in genere posta nel Coro della Cattedrale, a sinistra dell’Altare Maggiore.
Grandiosa Mostra originale, costruita da Domenico Palmieri e completata da Vincenzo Fulgenzi, nella cassa progettata da Ippolito Scalza: composta da 5 cuspidi con organetti morti, sormontata da ulteriore cuspide. Le 3 cuspidi centrali sono "alla Toscana" con canna centrale corrispondente al Fa di 24’ del Principale 32’del Pedale.
Il restauro del 2016
Di fatto è una grande revisione per quanto riguarda il corpo fonico mentre gli interventi sostanziali sono i seguenti
La trasmissione viene sostituita con sistema elettronico mono cavo e accessoriato di trasmissione via radio.
Vengono eliminati i comandi delle combinazioni aggiustabili collettive a pedaletto e vengono inseriti in sostituzione i seguenti comandi: +, -, Fondi, Archi, Fanfara, Copula Generale.
si aggiunge: il Pedale Automatico, il comando della Tuba Mirabilis del grand'organo anche al positivo, l'esclusore del tremolo della Voce Corale e il display per il sequenziatore
Modifiche nel corpo d'organo
Tutti i mantici posti nel basamento della cassa e quello comprensivo di elettroventilatore posto nella stanza attigua alla tribuna sono stati ricollocati in apposita stanza ricavata dietro allo strumento con conseguente rifacimento completo dell'impianto del vento.
Il corpo positivo è stato rimosso dalla tribuna e collocato nel basamento della cassa al posto dei mantici e dotato di elettroventilatore proprio.
Stabilizzazione delle strutture portanti e realizzazione di nuovi passo d'uomo per una migliore accessibilità alla manutenzione
Sono state ripristinate le pressioni originali di Carlo Vegezzi-Bossi ( 80 mm GO, 90 mm REC, 100 mm PED) mentre quella del positivo è stata portata da 65mm a 77. La Tuba Mirabilis in origine era a 100mm ma non si distingueva dalla Tromba reale, per cui si è provveduto a fornirla di mantice proprio e alimentarla a 250mm